Lettera aperta: “Ergiamoci al fianco degli editori bannati da Facebook”

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Annuncio di una dichiarazione di solidarietà da parte di Anarchist Agency

Il progetto di pubbliche relazioni Agency ha pubblicato una lettera aperta firmata da centinaia di editori, giornalisti, educatori, autori e attivisti che condannano la decisione di Facebook di bannare le pagine associate all’anarchia sulla base di una falsa equivalenza tra organizzazione antifascista e violenza fascista. Potete leggere la dichiarazione per intero qui e firmare la petizione su Change.org qui . Invitiamo tutti ad aggiungere a quest’elenco i propri nomi o quelli delle loro organizzazioni, non perché pensiamo che Facebook cederà ma per divulgare il fatto che Facebook si sia allineato con l’amministrazione Trump di estrema destra e per catalizzare l’opposizione contro la società stessa.

Questa decisione di Facebook ha preso di mira tutti, dai musicisti hip-hop e dai giornalisti ai registi e ai gruppi comunitari. Nathan Goodman e Kelly Wright, due autori le cui pagine sono state bannate, hanno pubblicato una risposta rilevando le svariate forme di condotta violenta da parte di entità statali e di estrema destra approvate da Facebook, in contrasto con le forme di discorso per le quali sta bannando editori e singoli utenti.

Svariati opinionisti hanno sottolineato il tentativo intenzionale di Facebook di mettere sullo stesso piano gruppi che si organizzano per compiere attacchi razzisti con quelli che aderiscono alla filosofia anarchica. Come sostenuto nella dichiarazione di solidarietà,

Facebook mette allo stesso livello anarchici e milizie di estrema destra che sostengono l’amministrazione Trump, collegando due gruppi fondamentalmente dissimili e opposti… tracciando una falsa equivalenza tra coloro che orchestrano attacchi della supremazia bianca e coloro che si organizzano per proteggere da questi le proprie comunità.

La dichiarazione è apparsa per la prima volta firmata da centinaia di persone, tra cui i noti giornalisti Abby Martin , Jason Wilson e Christopher Mathias . Altri firme includono quelle degli scrittori Cory Doctorow , Rachel Kushner e Alain Damasio e una vasta gamma di accademici, tra cui Noam Chomsky - programmatori, tra cui il membro del team fondatore di Twitter Evan Henshaw-Plath - attivisti, tra cui Chelsea Manning - musicisti, come Andrew Hurley - e gli editori di Jacobin, Semiotext(e) e AK Press, tra gli altri. Da allora, oltre mille altre persone hanno appoggiato la petizione su Change.org .


Questa non è la prima ondata di blocchi perpetrati da Facebook contro le pagine associate all’anarchia. Per esempio, a maggio, abbiamo pubblicato il report di un redattore greco anarchico che era stato analogamente bannato: All’inizio di maggio, la pagina Facebook di RadioFragmata è stata chiusa all’improvviso, senza alcun motivo. Non ci aspettavamo altro da Facebook ma la pagina, seguita da oltre 30.000 persone, era una piattaforma di vasta portata che contribuiva a diffondere informazioni sulla lotta in Grecia e all’estero. Ne abbiamo aperto una nuova e continuiamo a mantenere un blog e un account Twitter. Presumiamo che Facebook abbia chiuso la nostra pagina in risposta a una richiesta da parte dello Stato, ma il social non ha fornito alcuna giustificazione per la sua azione.

Questa volta - e, ancora una volta, senza preavviso, giustificazione o notifica – sono stati bannati anche MC Sole , lo scrittore di Truthout Chris Steele , una pagina d’archivio di Anarchists Worldwide, la fonte di notizie europea Enough is Enough e pagine appartenenti a John Brown Gun Club, Redneck Revolt, Molotov 5.7 e molti altri progetti, oltre alle pagine appartenenti agli amministratori, inclusi utenti dall’Australia alla Turchia. Ciò, a sua volta, influisce su altre pagine gestite da questi amministratori; Facebook ne ha bloccati alcuni, lasciandone altri senza amministratori, e, di fatto, disabilitandoli.


“E se ci bandisci dai tuoi club, è il momento giusto, con un po’ di cervello.”

Non sorprende che Facebook si schieri con l’amministrazione Trump nella sua guerra contro il dissenso e contro coloro che si oppongono al fascismo. Abbiamo sempre argomentato contro l’affidare a strane società della Silicon Valley il potere di plasmare il dibattito pubblico e svolgere la sorveglianza per trasmettere informazioni al Governo. Dovremmo concentrare i nostri sforzi e le nostre risorse sulla costruzione d’infrastrutture comunicative che non siano esposte al desiderio dei dirigenti aziendali di assecondare la politica dell’amministrazione Trump o di qualsiasi altro Governo.

Allo stesso tempo, la decisione di Facebook di bannare le pagine associate all’anarchia è un passo strategico in un conflitto in corso molto più grande. È analogo a un militare che mette fuori uso le linee di comunicazione di un villaggio prima di compiere un bombardamento. L’amministrazione Trump intende intensificare i suoi attacchi contro i movimenti di protesta e vuole ridurre al minimo la nostra capacità di denunciarla o di mobilitarci contro di essa. Gli anarchici sono solo uno dei tanti gruppi nella lista degli obiettivi; molti immigrati, neri e altre persone di colore, mussulmani, trans e queer e altri stanno vivendo forme di oppressione ben peggiori. Ma questo precedente, come tutti quelli avvenuti prima, incoraggerà le agenzie governative e i gruppi fascisti solo a effettuare più attacchi, non tutti necessariamente online.

Ecco perché è essenziale reagire. Agiamo ora, nella speranza di non doverci mobilitare in seguito in circostanze peggiori. Vi preghiamo di diffondere la dichiarazione pubblicata da Agency e di opporvi a ogni tentativo per reprimere le voci di coloro che combattono per un mondo senza oppressione.

Dichiarazioni di sostegno individuali

Della dichiarazione solidale fanno parte una serie di dichiarazioni di singoli firmatari, riportate qui di seguito.

“In un momento in cui un gran numero di persone in tutto il mondo si sta unendo per resistere alla violenza della Polizia e al razzismo, è particolarmente sconfortante che Facebook abbia scelto di bannare alcune delle analisi più perspicaci e ponderate che forniscono contesto, storia e voce aggiuntiva a questi eventi mentre sono in svolgimento. Anziché fare i conti in modo onesto con i contenuti e i comportamenti online che stanno incentivando attraverso algoritmi progettati per massimizzare i rendimenti pubblicitari anziché il bene pubblico, Facebook ha deciso invece di fare un errore madornale bannando alcune delle voci più necessarie e degli organi d’informazione incentrati sulla creazione di un mondo più giusto per tutti.”

—Moxie Marlinspike

“Le azioni di Facebook mostrano quanto sia il potere dei capitalisti tecnologici sulla libertà di parola e come queste dovrebbero essere ritenute un attacco nei confronti dell’intero movimento operaio. Siamo solidali con tutti coloro che sono stati presi di mira.” *

—Bhaskar Sunkara, editore di Jacobin

“Non ho parole per l’ottusità e la crudeltà della decisione di Facebook. L’ha fatto per la copertura politica in modo tale che i media di destra verso i quali nutre timore siano meno arrabbiati perché ha bloccato le pagine di svariate milizie e di QAnon. Ma bannando Crimethinc, It’s Going Down, MC Sole e numerosi account antifascisti, Facebook ha equiparato la nonviolenza all’omicidio di massa e il dissenso al genocidio. Ha annunciato la sua disponibilità a partecipare a fianco del Governo degli Stati Uniti alle epurazioni che stanno per arrivare.”

—Robert Evans, giornalista investigativo per Bellingcat e conduttore del podcast Behind the Bastards su iHeartRadio

“Dallo scandalo del genocidio in Myanmar alla censura costante dell’attivismo curdo, Facebook e Mark Zuckerberg hanno dimostrato ancora una volta di essere a favore della censura e dell’oppressione statale. Questa recente ondata di rimozione degli account antifascisti è solo l’ennesimo esempio della loro volontà di chiudere tutto ciò che non è “friendly” per gli inserzionisti. Non c’è da sorprendersi ma, a causa controllo esercitato da Facebook sul Web, la sua censura deve essere denunciata in ogni occasione.”

—Jake Hanrahan, giornalista indipendente e regista di documentari. Fondatore di Popular Front.

“Il blocco degli account ‘Antifacisti’ su Facebook è semplicemente guidato dal programma politico. Soprattutto da quello della nostra attuale amministrazione presidenziale e dei suoi seguaci di destra, spesso essi stessi di natura violenta ed estremista. Se volete davvero ridurre i danni, bannate l’immagine del presidente, perché con ogni sua dichiarazione diffonde informazioni fasulle e odio astratto. Questi blocchi sono un attacco diretto e deliberato ai diritti del Primo Emendamento da parte d’individui le cui ideologie politiche non sono adeguate alle opinioni dell’attuale amministrazione.” *

—Cory Elia, caporedattore per Village Portland, podcaster, emittente di notizie radiofoniche con la radio della comunità KBOO e membro del Consiglio per lo Student Media Board di PSU

“Quando i neonazisti stavano pianificando terrorismo e violenza a Charlottesville, si diedero appuntamento su Facebook per organizzarsi. Lì, erano autorizzati a condividere i post che chiedevano la formazione di un esercito, l’irruzione di combattenti di sana costituzione e le molestie contro i neri e gli ebrei a Charlottesville. Quando gli organizzatori locali reagirono per prevenire la violenza, CrimethInc. fu uno dei pochi organi d’informazione a pubblicare le preoccupazioni locali apertamente e in modo accurato. In quanto sopravvissuta al terrorismo e alla violenza, trovo inconcepibile che Facebook possa agire contro una delle poche organizzazioni disposta e in grado di aiutare la mia comunità e me a prevenire la violenza, laddove Facebook fu un partecipante passivo nell’aiutare coloro che promuovevano e incoraggiavano il terrore.”

—Emily Gorcenski, creatrice di First Vegil e sopravvissuta al terrore neonazista

“Il recente blocco da parte di Facebook di editori e artisti anarchici è come il divieto dell’amore. Queste persone scrivono e lottano per un mondo migliore e giusto. Uno in cui dignità e autonomia sostituiscono la violenza e la sofferenza statele e aziendale. Abbiamo un disperato bisogno di questi sognatori e di queste voci per immaginare un modo per salvare il pianeta e tutti gli esseri viventi su di esso. Per mettere a tacere queste voci, sta sostenendo la classe dirigente aziendale e le ingiustizie che continuano ad aumentare sotto questi sistemi brutali.”

—Carla Bergman, anarchica, organizzatrice e coautrice di Joyful Militancy

“La decisione di Facebook di bannare gli editori anarchici non ha nulla a che fare con il ‘fermare la violenza’ e ha tutto a che fare con il mettere a tacere coloro che denunciano apertamente un sistema brutale e repressivo che non funziona più per il 99% del mondo. Potremmo indicare i sostenitori di un’ideologia violentemente razzista come Breitbart o Daily Wire, i cui soldi per la pubblicità sono accettati da Facebook ma l’ipocrisia va ben oltre. Gli anarchici sognano un mondo in cui pace e dignità per tutti siano la norma e non più qualcosa per cui bisogna lottare fissando la canna di un fucile per lacrimogeni. Bannando gli editori che sostengono apertamente la costruzione di un mondo migliore senza potere e oppressione incontestati, Facebook ha chiarito molto bene la sua posizione per quanto riguarda la questione della ‘violenza’.”

—Sydney Anarcho-Communists

“Questa è l’ultima ondata di censura oppressiva su Facebook che ha lanciato una ricerca ad ampio raggio di radicali e gente di sinistra in tutto il mondo. Mentre pagine, persone e gruppi fascisti possono invocare apertamente la violenza, coloro che si oppongono al fascismo e supportano la giustizia non solo vengono messi da parte ma vengono messi a tacere. Dobbiamo dare più risonanza a queste voci ora più che mai ma soprattutto dobbiamo trovare modi per organizzarci, raccontare le nostre verità e costruire senza dover fare affidamento solo sulle strutture e sulle piattaforme degli oppressori.”

—Eleanor Goldfield, artista, organizzatrice, giornalista, filmmaker

“Sappiamo tutti da tempo che Facebook non esiste se non per mantenere i propri profitti, che poggiano direttamente sulle fondamenta di un Governo repressivo che fa tutto il possibile per reprimere il dissenso. Mettere a tacere le voci di antifascisti e anarchici, che pubblicano notizie e analisi sulle persone che combattono per un mondo migliore, non sorprende in questo contesto d’interessi statali e aziendali collusi per mantenere le loro strutture di potere esistenti. Lavorano attivamente per impedirci anche di comunicare per resistere di fronte alle innumerevoli ingiustizie che il nostro mondo ha da offrire e, allo stesso tempo, continuano a promuovere il supporto aziendale per la violenza autorizzata dallo Stato per mano della Polizia. Siamo solidali con tutti coloro che sono stati messi a tacere da Facebook e la nostra determinazione è rafforzata solo da quest’atto mentre andiamo avanti con la nostra lotta per un mondo migliore.”

—Black Powder Press

“Bannare antifascisti, anarchici e altri sognatori e oppositori del fascismo e del totalitarismo su Facebook ci porta a una sola conclusione – è stata presa una posizione, e non è quella della libertà e dell’antifascismo. Mettere a tacere il dissenso dei totalitari e dei movimenti contro razzisti e xenofobi è un sentiero scivoloso per schierarsi con quelle stesse persone e movimenti. Stiamo vivendo un momento in cui è necessario schierarsi, un arco temporale che abbiamo visto prima, e schierarsi con chi ha messo a tacere antifascisti e anarchici significa schierarsi con il totalitarismo e il potenziale fascismo.”

—Marina Sitrin, Professore Associato alla Binghamton University e autrice di Everyday Revolutions: Horizontalism and Autonomy in Argentina.

“Con quest’ondata di blocchi, Facebook ha tentato di affermare di essere neutrale o centrista nel suo approccio alla censura del discorso politico. Ciò che ha effettivamente fatto è stato controllare il dialogo, verso i propri obiettivi politici, verso una visione del mondo conservatrice e capitalista. Con il pretesto della neutralità ha fatto sì che chiunque desideri esistere nel proprio spazio online non debba opporsi in modo significativo al fascismo e alla violenza di estrema destra. Ha gettato il peso della sua piattaforma dietro l’idea stessa che resistere al genocidio sia di natura violenta. Ciò che è considerato un dialogo politico accettabile nella società, di solito, con il passare del tempo scivola verso destra. Non capita spesso che venga intrapresa un’azione così palese per spingere il dialogo in tale direzione. Sono momenti che non possiamo permettere che passino sotto silenzio. Il fascismo ha provocato gli atti di violenza più terribili che il mondo abbia mai visto. Opporsi al fascismo è per definizione non violenza.”

—Portland Anarchist Road Care

“In un momento in cui le élite mediatiche e del mondo accademico si preoccupano della “cultura dell’annullamento” e si oppongono alle critiche dei sani princìpi, Facebook sta mostrando al mondo che la vera “cultura dell’annullamento” è il controllo aziendale delle piattaforme dei media. Autodifesa non significa violenza. Gli anarchici stanno cercando di difendere tutti noi dalla violenza fascista e dal futuro da incubo che fa presagire. Facebook e altre piattaforme mediatiche statali sono complici della violenza dei fascisti su cui poggiano. Non dovremmo lasciare che i liberali e gli altri investiti dello status quo confondano la questione normalizzando la falsa equivalenza tra fascisti e anarchici e anti-autoritari che resistono. Abbasso il fascismo! Stiamo dalla parte di tutti gli antifascisti!”

—Brendan McQuade, Ricercatore presso l’Università del Southern Maine e autore di Pacifying the Homeland: Intelligence Fusion and Mass Supervision.

“Non è una novità né che il Governo degli Stati Uniti stia facendo gli straordinari per sopprimere le voci di dissenso né la sua pericolosa repulsione per gli anarchici in particolare, ma ogni volta che attacca la nostra comunità e la nostra ideologia viene fatto più danno alla più ampia lotta contro il fascismo e per la liberazione. La decisione di Facebook di bannare alcune pagine anarchiche, antifasciste e anticapitaliste ha chiarito sia il suo pregiudizio contro la sinistra, sia il suo impegno a promuovere la stessa retorica di “entrambe le parti” che Trump e i suoi leccapiedi hanno usato per deviare dal proprio fermo sostegno ai gruppi violenti della supremazia bianca. Il fatto che questo divieto abbia mirato specificamente a pubblicazioni di movimenti indispensabili come It’s Going Down e Crimethinc sottolinea solo che la cosiddetta stampa libera è sott’attacco, eppure i centristi e i liberali ipocriti che passano il loro tempo preoccupandosi per la “cultura dell’annullamento” non hanno fatto una piega. Quelli al di fuori della comunità anarchica e antifascista lo ignorano a loro rischio e pericolo perché, come sappiamo benissimo, prima verranno per i radicali ma dopo verranno per tutti gli altri.”

—Kim Kelly, giornalista, autrice e sopravvissuta all’attacco di A12 Charlottesville

“Sono passati tre anni ma Facebook non si è mai assunta la responsabilità dell’evento letale Unite the Right, pianificato e propagandato sulla sua piattaforma. È a dir poco vergognoso che Facebook si permetta di giudicare quei gruppi e quelle persone che quel giorno si opposero alla violenza della supremazia bianca.”

—Megan Squire, Professore di Informatica presso la Elon University, Sr. Fellow presso Center for Analysis of the Radical Right

“La recente decisione di Facebook di bannare i gruppi radicali di sinistra e gli antifascisti che invitano a combattere contro le forze del fascismo, del genocidio e di quelli che raderebbero al suolo le nostre comunità, consentendo e persino osannando i gruppi affiliati e sponsorizzati dallo Stato che invocano la violenza come le milizie di destra è l’ennesimo esempio di aziende tecnologiche che trovano più facile abbattere. La decisione di Facebook rafforza la retorica pericolosa e falsa dei media e dei politici di destra che cerca di demonizzare i movimenti di liberazione di sinistra in un momento in cui sono attivamente presi di mira e perseguitati da coloro che occupano posizioni di autorità. Sebbene ciò non sorprenda, questa decisione di Facebook mostra ancora una volta la volontà di mettere i profitti e l’accesso ai politici al di sopra degli scrupoli o dell’accesso a diversi punti di vista.”

—B. Remy Cross

“La decisione di Facebook di bannare le pagine antifasciste e anarchiche nello stesso momento in cui vietano le pagine violente di Milizia e QAnon è purtroppo poco sorprendente e fin troppo familiare. Ciò viene fatto come un sacrificio di visibilità in nome di tentativi fuorvianti di centrismo e di essere “equi.”

“Le risorse antifasciste e anarchiche sul Web cercano di creare una difesa della comunità contro la violenza intollerante e cercano di condividere informazioni su come le comunità possano prendersi cura di questioni che i Governi non pensano sia importante affrontare. Il problema di questa decisione è che i veri problemi creati dalle milizie razziste violente e dalle assurde teorie complottiste sono contrastati attivamente nelle città grazie al lavoro di antifascisti e anarchici. Questa decisione non aiuta le comunità a diventare più sicure, anzi le rende ancora più vulnerabili. Questa decisione mostra la mancanza di carattere di Facebook e la mancanza di una guida morale. Sono orgoglioso di essere solidale con gli editori anarchici per condannare questo blocco; ma sono furente perché devo farlo.”

—Jake Johnson, artista, scrittore, giornalista

“Il blocco di Crimethinc e di altri gruppi anarchici da parte di Facebook è un chiaro passo avanti verso uno Stato americano fascista. Earth First! Journal è fortemente solidale con tutti i gruppi anarchici che attualmente stanno affrontando la repressione. Distruggi lo Stato, per la natura!”

  • The Earth First! Journal

“Il blocco di Facebook non ha nulla a che fare con il fermare la violenza e tutto a che fare con la repressione dei movimenti di protesta. Il blocco di CrimethInc., It’s Going Down, dell’autore di Truthout Chris Steele, del musicista MC Sole e di altri media e giornalisti di sinistra in nome dell’opposizione alla violenza è in malafede. Facebook continua a ospitare e a trarre profitto da organi di stampa di destra come il Daily Wire che promuovono regolarmente ideologie razziste violente e teorie complottiste che hanno richiamato verso destra e influenzato fascisti violenti e suprematisti bianchi. Questa è censura politica, niente di più, niente di meno.”

—Scott Crow, storico organizzatore anarchico e autore di Black Flags and Windmills