Voto vs azione diretta

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Negli Stati Uniti, le persone sono fissate in modo assurdo per il voto. Questo non significa che tutti votino o pensino che il voto sia efficace o utile; al contrario, la percentuale di elettori che va alle urne quando si tengono le elezioni è sempre più bassa, e questo non accade solo perché sempre più gente è in prigione. Ma quando si sollevano questioni legate alla politica, sull’aver voce in capitolo per quanto riguarda il modo in cui vanno le cose, il voto è praticamente l’unica strategia a cui chiunque può pensare - votare e influenzare i voti altrui.

Potrebbe essere questo il motivo per cui così tante persone si sentono impotenti? Barrare in modo anonimo una casella una volta l’anno, oppure ogni quattro, è sufficiente per sentirsi parte del processo politico, per non parlare dell’avere un ruolo in esso? Ma cosa c’è oltre al voto?

In effetti, votare affinché delle persone rappresentino i tuoi interessi, è il mezzo meno efficiente e meno efficace per applicare il potere politico. In linea di massima, l’alternativa sta nell’agire direttamente per rappresentare i tuoi interessi.

In alcuni ambienti, questo è noto cone “azione diretta.” L’azione diretta viene talvolta fraintesa con altri tipi di campagna elettorale, quella che cerca di influenzare ufficiali eletti grazie alle tattiche degli attivisti politici; in realtà, descrive qualsiasi azione o strategia che rifiuta gli intermediari e risolve i problemi direttamente, senza fare appello a rappresentanti eletti, interessi aziendali o altri poteri.

Esempi concreti di azione diretta sono ovunque. Quando le persone iniziano a organizzarsi per condividere il cibo con chi è affamato, invece di votare un candidato che promette di risolvere “il problema dei senzatetto” con i soldi dei contribuenti e la burocrazia, questa è azione diretta. Quando un uomo crea e distribuisce volantini relativi a dei problemi che lo riguardano, anziché contare sul fatto che i giornali ne parlino o che pubblichino una sua lettera al direttore, questa è azione diretta. Quando una donna crea un club del libro con i suoi amici invece di pagare per prendere lezioni in una scuola o fa quello che è necessario per far chiudere un ipermercato indesiderato nel suo quartiere anziché rimettersi all’autorità degli urbanisti, anche questa è azione diretta. L’azione diretta è alla base della cara, vecchia etica americana basata sull’ottimismo, concreta e senza fronzoli. Senza di essa non si andrebbe praticamente da nessuna parte.

In molti modi, l’azione diretta è un mezzo più efficace perché la gente possa aver voce in capitolo nella società di quanto non lo sia il voto. Per prima cosa, il voto è un terno al lotto - se un candidato non viene eletto, tutta l’energia che i suoi elettori hanno investito nel sostenerlo viene sprecata, poiché il potere che speravano esercitasse per loro va a qualcun altro. Con l’azione diretta, puoi essere sicuro che con il tuo lavoro otterrai dei risultati; e ciò che svilupperai in questo processo - che si tratti di esperienza, contatti e riconoscimento nella tua comunità o infrastruttura organizzativa - non può esserti portato via.

Il voto consolida il potere di un’intera società nelle mani di pochi politici; attraverso la forza dell’abitudine, per non parlare di altri mezzi di controllo, tutti gli altri sono tenuti in una posizione di dipendenza. Attraverso l’azione diretta, acquisisci familiarità con le tue risorse, le tue capacità e la tua intraprendenza, scoprendo cosa sono e quanto puoi fare. Il voto spinge tutti a cercare di essere d’accordo su una piattaforma; le coalizioni si scontrano per decidere a quali compromessi scendere, ogni fazione è convinta di essere dalla parte della ragione sostenendo che gli altri stanno rovinando tutto non seguendo il loro programma. Parecchie energie vengono sprecate in queste controversie e recriminazioni. Nell’azione diretta, d’altra parte, non è necessario un ampio consenso: gruppi diversi possono applicare approcci diversi in base a ciò in cui credono e che si sentono a proprio agio nel fare, e possono anche interagire per formare un insieme reciprocamente vantaggioso. Le persone coinvolte in diverse azioni dirette non hanno bisogno di litigare, a meno che non stiano davvero cercando il motivo per farlo (o che anni di voto abbiano insegnato loro a combattere con chiunque non la pensi esattamente come loro). Spesso, i conflitti sul voto distraggono dalle questioni reali a portata di mano, mentre la gente viene coinvolta nel dramma di un partito contro un altro, un candidato contro un altro, un ordine del giorno contro un altro. Con l’azione diretta, d’altra parte, i problemi stessi vengono sollevati, affrontati in modo specifico e spesso risolti.

Il voto è possibile solo quando arriva il momento delle elezioni. L’azione diretta può essere applicata ogni volta che lo si ritiene opportuno. Il voto è utile solo per affrontare gli argomenti presenti nel programma dei candidati, mentre l’azione diretta può essere applicata a ogni aspetto della tua vita, a ogni parte del mondo in cui vivi.

Il voto è esaltato come “libertà” d’azione. Non è libertà - libertà significa avere il diritto di decidere quali sono le scelte primarie, non scegliere tra Pepsi e Coca-Cola. L’azione diretta è la vera libertà. Escogiti il piano, crei le opzioni, il mondo è ai tuoi piedi.

In definitiva, non c’è motivo per cui le strategie di voto e di azione diretta non possano essere applicate insieme. L’uno non cancella l’altra. Il problema è che tante persone pensano che votare sia il modo migliore per esercitare potere politico e sociale; in questo modo, tutte loro investono una quantità sproporzionata di tempo ed energia per deliberare e discutere sul voto, mentre altre opportunità per apportare il cambiamento si sprecano. Nel corso dei mesi che precedono ogni elezione, tutti discutono sulla questione del voto, su quali candidati votare o se farlo, quando l’azione in sè porta via meno di un’ora. Scegli se votare o meno, ma datti una mossa! Ricorda in quanti altri modi puoi far sentire la tua voce. Quest’anno si terranno le elezioni e, per questo, continuano a dirci quali sono le scelte papabili e quasi nulla delle altre opportunità a nostra disposizione per svolgere un ruolo decisivo nella nostra società. Ciò di cui abbiamo bisogno è una campagna per sottolineare le possibilità che possono essere offerte da mezzi di azione più diretti e dal coinvolgimento della comunità. Questi non devono essere visti come in contraddizione rispetto al voto. Possiamo trascorrere un’ora a votare una volta l’anno e gli altri trecentosessantaquattro giorni e ventitré ore ad agire direttamente!

Chi è completamente disilluso dalla democrazia rappresentativa, chi sogna un mondo senza presidenti e politici, può star certo che se tutti imparassimo ad applicare deliberatamente il potere che ciascuno di noi possiede, la questione legata a quale politico viene eletto sarà del tutto irrilevante. Hanno quel potere solo perché glielo concediamo! Una campagna per l’azione diretta riporta il potere al posto giusto, nelle mani delle persone da cui proviene.